Proverbi

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11 Maggio 2017 "Quattro Questioni" irrinunziabili sul riordino dell'azzardo

1.riduzione delle macchine; 2.distribuzione delle sale; 3. fasce orarie;
4. attrazioni pubblicitarie degli esercizi; 5. casinò

Mons. Alberto D’Urso
Mi auguro che non ci sia alcuna ratifica della Proposta del Governo che non sia stata condivisa dalle Organizzazioni”.

“Quattro Questioni” macroscopiche e irrinunziabili concernenti la riduzione delle macchine, la distribuzione delle sale, le fasce orarie, le attrazioni pubblicitarie degli esercizi e i casinò. Sono state poste in evidenza dal Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, Mons. Alberto D’Urso, riguardo all’ennesima “Bozza” non approvata sul riordino dell’offerta di azzardo presentata dal Governo alla Conferenza Unificata, in un documento inviato al Presidente Regione Puglia, Michele Emiliano, e al Presidente dell’ANCI Nazionale e Sindaco di Bari, Antonio Decaro.
Il documento testimonia l’attenzione della Consulta Nazionale Antiusura, che si è dotata di un Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, contro l’azzardo. Una piaga, che continua a generare disastrose conseguenze sociali (economiche e di salute) che non puo’ essere ulteriormente trascurata.
“Siamo disponibili – scrive Mons. Alberto D’Urso - a studiare una Proposta congiunta con (o per) la Conferenza Unificata (compresa l’ANCI) in cui la voce della Società Civile sia veramente ascoltata. Mi auguro che prossimamente non ci sia alcuna ratifica della Proposta del Governo e in generale di nessuna proposta che non sia stata condivisa dalle Organizzazioni maggiormente rappresentative”.

I QUATTRO PUNTI IRRINUNCIABILI DELLA CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA

1. Alla riduzione delle "macchine" deve corrispondere un'effettiva riduzione del "consumo":
a) facendo funzionare più lentamente le slot machine (ogni partita non può durare meno di 10 secondi)
b) vietando esplicitamente il consumo di alcolici ovunque e impedendo l'istallazione di aspiratori per il fumo (espediente per eludere il "decreto Sirchia" nei locali pubblici)
c) allontanando le sale dai luoghi più densamente abitati

2. Il criterio della distribuzione delle sale "in proporzione al numero, alla densità e alla composizione anagrafica della popolazione di ciascuna Regione e/o aree omogenee" è inaccettabile. Per i seguenti motivi:
a) è un criterio commerciale e di marketing, mentre - a prendere per buona l'intenzione governativa di "riduzione" - la distribuzione deve essere improntata alla riduzione della nocività. Ovvero, si potrebbero autorizzare solo quegli esercizi commerciali che non impattano sulla popolazione "a rischio". Spetta ai Comuni fissare i luoghi off limits.
b) va introdotto anche come criterio limitativo l'indice di disoccupazione della popolazione e l'indice di criminalità (meno slot dove c'è più delinquenza e più disoccupazione).

3. Fasce orarie
a) Eliminare qualsiasi contingentamento del numero di ore: ogni Comune è in grado di valutare - e quindi è obbligato a motivare i criteri - quanto deve durare la franchigia oraria e come va distribuita nell'arco della giornata. Sentenze del TAR lo hanno già più volte riconosciuto
b) È inaccettabile che le interruzioni orarie siano le stesse per ogni luogo. Ovvero c'è una differenza tra gli orari di una sala slot in un centro commerciale lontano dall'abitato e una sala slot collocata in un quartiere popolare, vicino a una scuola, a un centro anziani, a un ospedale ecc.
3. Attrazioni pubblicitarie degli esercizi.
La bozza Baretta parla di "eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco". Cosa significa? Correttamente va scritto così:
a) Divieto di pubblicità e di richiami attrattivi di qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo (manifesti, insegne, clip video, avvisi ecc.)
b) Divieto di esposizione, dentro e fuori i locali, di notizie o richiami su vincite avvenute nell'esercizio.

4. Casinò
Nella bozza c'è un "dettaglio" molto pericoloso e non mai finora commentato: il rilancio dei casinò e l'aumento (implicito) del loro numero. Si capisce molto bene che l'estensore della bozza ha ricevuto ben finalizzate pressioni. Ecco gli aspetti invece da riaffermare:
a) Nessun ripianamento dei debiti. I quattro casinò in funzione (Sanremo, Saint Vincent, Campione e Venezia) sono tutti società partecipate pubbliche. Valga per esse il criterio che dopo un certo numero di esercizi in rosso si procede alla liquidazione. E' inaccettabile - nella crisi drammatica del Paese - che i contribuenti versino denaro per salvare proprio i casinò! E perché non l'Alitalia, allora?
b) Cosa significa "razionale distribuzione" dei casinò? Delle due, l'una: o si trasferisce qualcuno dei quattro (sono tutti al nord) verso il centro e verso il sud; oppure se ne aprono dei nuovi (quanti? uno per regione, per provincia ecc.). In questo caso, altro che riduzione dell'offerta! Ritorna una proposta che varie cordate sostengono da vent'anni!

27 Aprile 2017 Cinque proposte-richieste della Consulta Antiusura al Presidente del Consiglio dei Ministri

Mons. Alberto D’Urso scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri
Cinque proposte-richieste senza costi aggiuntivi per una efficace politica economico-sociale capace di far uscire il Paese dalla stagnazione

Il Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, Mons. Alberto D’Urso, scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri, Dott. Paolo Gentiloni, per chiedere un incontro a nome delle 29 Fondazioni Antiusura, sia per rappresentare alcune limitate, ma precise richieste, e più ancora per esporre le virtualità di far ulteriormente evolvere un modello di affrancamento delle persone dal debito cronicizzato e delle positive conseguenze che comporterebbe ai fini di quella politica economica correlata a una politica sociale necessaria per liberare l’Italia dalla sofferenza della più lunga e profonda crisi economico-finanziaria dal Dopoguerra.

Cinque proposte-richieste che non solo non comportano spese aggiuntive – specifica Mons. D’Urso nella lettera - ma anzi contribuiscono allo sforzo di delineare specifici interventi per un’efficace politica economico-sociale capace di far uscire il Paese dalla stagnazione:
1. Stabilizzare il flusso dei fondi a garanzia per gli interventi ex art. 15 (prevenzione del ricorso all’usura) in modo che le Fondazioni siano in grado di programmare meglio l’attività e estendere la platea delle persone da sostenere.
2. Estensione alle famiglie della possibilità di accedere alle provvidenze previste all’art. 14 della legge antiusura (Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura) – riservate ad oggi ai soli soggetti economici – rivelatasi profondamente sbagliata, oltre a presentare un profilo di incostituzionalità, rilevato da 21 docenti di diritto costituzionale in un documento che Le alleghiamo. Al di la delle questioni rilevantissime giuridico-istituzionali si presenta una necessità che richiede un urgente cambiamento: con la crisi è ritornata a aumentare l’usura praticata contro la povera gente, le famiglie, i disoccupati, gli esclusi.

3. Introdurre dei correttivi per rendere veramente applicabile (ci riferiamo ai soggetti “non fallibili” famiglia) la legge n. 3 del 2012, laddove ha introdotto le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento.
Nell’attività delle Fondazioni Anitusura sarebbe di notevole utilità potersi porre come gestori delle crisi, attualmente escluse, anche per realizzare la dovuta sinergia con l’applicazione dell’art. 15 della legge 108 del 1996.
4. Intervenire sul fenomeno delle esecuzioni immobiliari (che ammontano a circa 560mila casi) laddove esse riguardano famiglie prive di alternative per l’alloggio. In questo senso, laddove con l’intervento – un “combinato disposto” – della legge 108/10996 e della legge 3/2012, si possa attivare una “composizione”, prendere con decisione questa strada.

5. Adottare una drastica limitazione al rischio di esposizione delle persone al gioco d’azzardo, attivare un’effettiva offerta di presa in carico terapeutica, prevedere delle misure giuridiche per il sostegno alle famiglie precipitate in miseria per uno o più congiunti in stato di dipendenza da gioco d’azzardo.

“In conclusione, Signor Presidente, - scrive Mons. D’Urso- Le chiediamo anche di contenere effettivamente, con un forte intervento, il consumo di gioco d’azzardo che è una delle cause principali del crescente sovraindebitamento, dell’usura e della dipendenza che si vanno sempre più diffondendo. Le rappresentiamo l’esigenza di agire con chiarezza (al di la di ambigui tecnicismi che abbiamo rilevato in varie bozze di “riordino” dei giochi (mai peraltro qualificati dal Governo con il lemma “d’azzardo”) senza confondere i termini: “ridurre l’offerta” deve significare “ridurre il consumo”, ovvero tagliare la domanda di dissipazione di denaro e di tempo di vita nei giochi con denaro, per denaro e a fini di lucro. Lo si può fare con la partecipazione e con la responsabilizzazione dei Comuni e delle Regioni: enti con i quali le Fondazioni spesso collaborano”.

Lettera a Gentiloni...

31 marzo 2017 - Cartello "Insieme contro l'Azzardo: Poste le basi per un lavoro capillare nelle regioni e presso gli enti locali

Riuniti gli organismi del Cartello “Insieme contro l’Azzardo”:
Poste le basi per un lavoro capillare nelle regioni e presso gli enti locali

Mons. Alberto D’Urso:
Abbiamo bisogno di mettere in campo un’idea di Paese alternativa a quella che le lobby dell’Azzardo con l’inerzia e il silenzio assordate dello Stato vuole imporci


Il 30 marzo presso l’Oasi Santa Maria in Cassano delle Murge, si sono riuniti gli organismi aderenti al Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, promosso dalla Consulta Nazionale Antiusura. A tal fine si sono poste le basi per un lavoro di maggiore capillarità in ogni regione e presso gli enti locali. In quest’ottica il Cartello svilupperà anche altre alleanze, sia in termini di adesione e/o di collaborazione, sia in termini di soggetti associativi, quali il mondo istituzionale, accademico e scolastico. Alla riunione hanno partecipato Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura e il Dott. Ruggero Ricco, Segretario Nazionale della Consulta, l’Avv. Attilio Simeone, Coordinatore del Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, iI dott. Francesco Marsico, a nome della Caritas nazionale e degli organismo socio-assistenziali della Cei, Daniela Capitanucci, psicoterapeuta, fondatrice e presidente onorario di And (Azzardo e nuove dipendenze), il Prof. Maurizio Fiasco, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio), Vito Mariella delegato per CNCA, il Dott. Nando Morra per la Lega Autonomie italiane, la Dott.ssa Rosa Savino per l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche e la Dott.ssa Ludovica Carli per il Forum Famiglie. Nonostante l’assenza, non hanno fatto mancare il proprio contributo scritto SOS Impresa e Confesercenti con il dott. Lino Busà, Slot Mob con il dott. Carlo Cefaloni e per Vita il dott. Marco Dotti.
Il “Manifesto di Milano” del 2 aprile 2015 è stato il punto di partenza della riunione, richiamato in quattro interventi da tutti condivisi, anche perché ritenuti unanimemente non realizzati da parte dello Stato:
Occorre stabilire un divieto di pubblicità all'azzardo in qualunque forma e luogo (carta stampata, radio, televisione, internet, cartellonistica, sponsorizzazioni su tutti i mezzi pubblici) e il rilancio sulle televisioni pubbliche di notizie legate a "grandi vincite". Tale divieto deve risultare totale, analogamente a quanto avviene per tabacco e superalcolici. Non ci si può limitare a stabilire "fasce" o "aree" protette perché tutti sono toccati, persone giovani (e anche giovanissime) e anziani più di ogni altro. Non si può neanche parlare di "gioco responsabile" se i cittadini sono continuamente e fortemente sollecitati all’azzardo ogni volta che leggono il giornale, accendono il televisore o navigano su internet. La Repubblica italiana ha il diritto-dovere, di introdurre questo divieto e di impegnarsi per estenderlo a tutta la Unione Europea;
Allo Stato spetta certamente il compito di dettare regole e limiti inderogabili all’azzardo. Ma agli enti locali - Comuni e Regioni - deve continuare a essere riconosciuta la possibilità di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza e ai tempi dell’azzardo nei territori di loro competenza per tutelare la salute psichica e fisica dei cittadini e prevenirne impoverimento e sofferenza;
Deve essere stabilito che l’industria dell’azzardo "legale" non può continuare a esibire la foglia di fico del finanziamento delle cure dei giocatori d’azzardo patologici. È lo Stato che deve farsi seriamente e concretamente carico del problema, riconoscendo e rendendo fruibili i LEA con la presa in carico da parte dei servizi pubblici delle persone con GAP tassando secondo giustizia le aziende dell’azzardo. Va altresì rimossa l’incostituzionale esclusione delle famiglie al fondo statale di solidarietà antiusura;
Bisogna imboccare con decisione la via di una gestione delle attività legate all’azzardo nell’ottica della tutela della salute pubblica, introducendo una moratoria per nuovi giochi d’azzardo e ripristinando il tradizionale obiettivo prioritario dello Stato che era di contenerne il consumo e di ridurre i danni correlati, ponendo in secondo piano l’ottica fiscale orientata alle mere entrate che portano a espandere l’offerta.Molti altri sarebbero gli interventi necessari per contenere il disturbo da gioco d’azzardo, aumentare le tutele per le persone più fragili (anche quelle sotto usura), rendendo l’offerta pubblica, con regole molto rigorose, entro stretti limiti socialmente e eticamente tollerabili.
“Abbiamo bisogno in questo momento più che mai – ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso - di mettere in campo un’idea di Paese alternativa a quella che le lobby dell’Azzardo con l’inerzia e il silenzio assordate dello Stato vuole imporci. La nostra esperienza nel settore del sovrindebitameno e dell’usura che ci ha portato già dagli inizi degli anni 90 ad individuare l’azzardo tra le cause principali della rovina di milioni di famiglie, ci responsabilizza a restare in prima linea contro questa piaga socio-economica che è anche criminale”.
Alzare il tiro della lotta contro l’azzardo dunque è il punto che ha messo d’accordo tutti gli intervenuti. È fondamentale avere un’entità che convogli risorse umane, scientifiche ed economiche perché il “nemico-azzardo”, soprattutto dal punto di vista economico, è gigantesco, hanno affermato all’unisono. È necessario unire le forze, gettare ponti con le istituzioni regionali e comunali che hanno poteri legislativi e regolamentari non indifferenti per poter arginare l’offerta dell’azzardo sui territori. Insomma una maggiore azione e coinvolgimento del territorio, sarà lo slogan del Cartello “Insieme contro l’Azzardo” nella lotta all’azzardo, anche con una comunicazione più costante e presente, che formi e informi l’opinione pubblica sui danni alla salute e all’economia del Paese che il fenomeno procura. L’intento includerà soprattutto le scuole che sono gli organismi più prossimi ai cittadini e che entrano nelle famiglie italiane.

12 Aprile 2017 Consulta Nazionale Antiusura: Bisogna estendere la protezione dello Stato in favore di tutte le vittime di usura ed estorsione

L’art. 14 L. 108/96 è anticostituzionale, esclude le famiglie, i pensionati, i giovani e tutti coloro che non sono operatori commerciali

E' arrivato il momento di aprire un serio confronto al fine di estendere la protezione dello Stato in favore di tutti i soggetti danneggiati dal reato di usura ed estorsione. L'applicazione della normativa di protezione nei soli confronti delle attività imprenditoriali prevista dall’art. 14 L. 108/96, che esclude le famiglie e tutti coloro che non sono operatori economici, non può continuare a persistere. Una limitazione in favore delle sole imprese ha i tratti dell'incostituzionalità.
È quanto emerso dalla giornata seminariale del Comitato di Solidarietà organizzata dal Prefetto Domenico Cuttaia, Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative in favore delle vittime delle richieste estorsive e dell’usura, che si è tenuta nella giornata dell'11 aprile presso il Ministero dell'Interno.
Significativi per contenuto sono stati gli interventi del Vice Ministro Bubbico, del Prefetto di Roma Dr.ssa Paola Basilone, della dott.ssa Fontana per il MEF, mentre la relazione del Dott. Gianni Capuzzi, Viceprefetto Aggiunto della Prefettura di Roma – UTG di Roma, ha messo in luce i pro e i contro della legge antiusura. Il dirigente prefettizio ha denunciato come la normativa antiusura non consenta di aiutare le persone che non siano imprenditori e che si siano indebitati ad usura perché affetti da gioco d'azzardo patologico oppure come conseguenza della crisi economica.
“E’ una posizione che apre a scenari di cambiamenti molto importanti, tutti a favore delle vittime di usura, quella presa dalla Prefettura di Roma -ha dichiarato l’Avv. Attilio Simeone nel suo intervento - componente del Comitato di Solidarietà in rappresentanza della Consulta Nazionale Antiusura. L’apertura dell’assistenza alle famiglie, ai disoccupati, ai giovani e ai pensionati che si indebitano ad usura a causa della crisi economica o perché affetti da gioco d'azzardo patologico, magari per aver perso il lavoro, è diventata urgente. Sono oltre un milione le famiglie sovraindebitate a rischio usura che non riescono ad emergere dallo stato di povertà, a discapito anche della tanto agognata crescita economica che il nostro Paese non riesce ad agganciare realmente. Migliaia di queste persone finiscono nella morsa dell'usuraio e da questo momento sono lasciate sole dallo Stato. In moltissimi casi il destino di queste persone trova l'unico sfogo possibile nel suicidio. Tutto questo a 20 anni dall'approvazione della legge antiusura è inaccettabile”.
L'avv. Attilio Simeone, in rappresentanza della Consulta Nazionale Antiusura e delle 29 Fondazioni Antiusura, ha espresso alle Istituzioni la necessità di provvedere ad una modifica legislativa che consenta a tutti i soggetti senza alcuna distinzione di poter usufruire dei benefici economici messi a disposizione dallo Stato con l'art. 14 L. 108/96. In occasione della giornata seminariale ha, inoltre, fatto presente alle Istituzioni presenti il modello virtuoso delle Fondazioni antiusura che, pur assistendo soggetti sovraindebitati a rischio usura, una volta erogato il beneficio presentano sofferenze decisamente fisiologiche a volte al di sotto del 10% differentemente da quanto accade alle banche che presentano sofferenza oltre l'80% pur assistendo soggetti c.d. bancabili. L'avv. Simeone ha ricordato che una seria lotta all'Usura e all'Estorsione deve necessariamente passare attraverso un potenziamento della Prevenzione ex art. 15 L. 108/96 con un modello di finanziamento costante.
Anche l'intervento della dott.ssa Isabella Fontana, in rappresentanza del Ministero dell'Economia e delle Finanze, è stato rivolto in questa direzione. La dirigente pubblica ha dichiarato che attualmente il finanziamento del Fondo di Prevenzione è prevalentemente assicurato dai proventi delle sanzioni amministrative irrogate nei confronti di quegli Istituti di credito che non fanno le doverose comunicazioni ai fini della normativa dell'antiriciclaggio.
“Il mio auspicio – ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso – è che tutte le prefetture d’Italia e i rappresentanti delle istituzioni e della politica prendano atto della necessità di aprire il Fondo di Solidarietà ex art. 14 L. 108/96 in favore di tutte le persone vittime di usura indistintamente, senza fare discriminazione tra gli imprenditori e non. Tutti i cittadini hanno pari dignità nonché lo stesso diritto alla solidarietà".

27 marzo 2017 - Il Piano di riordino governativo del gioco pubblico d'azzardo: sempre di meno un mistero, sotto gli occhi di tutti

Il Piano di riordino governativo del gioco pubblico d’azzardo:
 sempre di meno un mistero, sotto gli occhi di tutti


La Consulta Nazionale Antiusura ha sostenuto il Comune di Bergamo per la stesura del Report, fornendo tra l’altro un parere pro-veritate sui provvedimenti amministrativi contro i quali sono stati intentati i ricorsi dinanzi al Tar di Brescia dai Concessionari dello Stato, Lottomatica Group S.p.a., Lotterie Nazionali S.r.l. e Lotteria Italia S.r.l. in testa.

I giudici bresciani con le sentenze n. 339, 340, 341 e 342 del 2017, hanno riconosciuto piena legittimità ai citati provvedimenti amministrativi anche in virtù di un lavoro di Ricerca accurato fornito all’Amministrazione in favore dei cittadini e del territorio.
Dobbiamo rilevare, che le direttrici tracciate nell’occasione dalla Consulta Nazionale Antiusura e più volte ribadite anche attraverso il Cartello “Insieme contro l’Azzardo” che ne è la sua espressione, interpretano autenticamente l’ambito di legalità tracciato nelle varie Pronunce dalla Corte costituzionale, dai Tribunali amministrativi regionali, dal Consiglio di Stato nonché dalle Direttive dell’Unione Europea, non trovano riscontro e accoglimento nel Piano di riordino fortemente sponsorizzato dal sottosegretario all’Economia On.le Baretta e attualmente in discussione in seno alla Conferenza Unificata Stato-Enti locali.

Secondo questo piano di riordino, come e cosa diventeranno gli italiani è facile prevederlo. Rispetto al quadro di legalità tracciato, il piano evidenzia una manifesta differenza di merito e di metodo con inevitabile sacrificio di tutto quanto finora affermatosi in termini di certezza del diritto.
In realtà, al contrario delle indicazioni date dal Parlamento al Governo con la Legge delega, manca un serio Piano regolatore dell’offerta, che non diminuirà, sarà solo più prestazionale. Le macchine saranno appealing per gli habitué e non disincentiveranno gli avventori tanto da farla diminuire, perché quell’offerta la si troverà accanto ai luoghi dove già si consuma l’azzardo.
Non occorrerà più andare a cercare le persone, perché saranno i mini casinò (c.d. Sale A) a trovarle, dopo aver stanato i frequentatori di bar e tabaccherie in prossimità dei quali andranno ad insediarsi. La popolazione-target sarà composta prevalentemente da donne e anziani, che dopo essersi in questi anni affiliati all’azzardo proprio attraverso la moltiplicazione delle Lotterie istantanee e dei Gratta&Vinci, trasleranno verso le soluzioni meccanizzate lasciando l’on-line a un’utenza prevalentemente maschile e ai nativi digitali.
Il credo normativo è quello su cui i decisori pubblici dovrebbero incidere. Esso dovrebbe fungere come elemento di innesco antropologico, umanizzante, per segnalare che quell’offerta, benché autorizzata dallo Stato, non è innocua.
Al contrario, con il Piano Baretta, si preferisce continuare ad assecondare i lauti guadagni dei concessionari, che magari finanzieranno anche qualche campagna elettorale, de-responsabilizzandoli di fatto per i danni procurati dalla filiera alla salute dei cittadini e al decoro dei territori, di cui non vi è alcuna traccia.
Per fare ciò si elaboreranno bandi di gara sempre più sofisticati per l’assegnazione delle concessioni: più sartoriali che industriali.
Intimamente collegata alla visione Baretta, c’è la questione, lasciata irrisolta, dei conflitti d’interesse che si addensano su Università, Centri di Ricerca, Associazioni e riviste autoproclamatesi specializzate ma che di fatto nessun serio contributo offrono alla riflessione salvo, al momento giusto, come a comando appoggiano le proposte del “potente” di turno.
Chi viene sponsorizzato dai concessionari per compiere un’attività che abbia una ricaduta pubblica, per la pubblica fede o opinione, dovrà metterlo in chiaro.
Anche questo dovrebbe prevedere un Piano di riordino che non voglia rinnovare solo un parco-auto.
Ancora, in un momento in cui i dati sensibili dei cittadini costituiscono un bene economicamente apprezzabile e in cui vi è un mercato più o meno lecito, anche dalla proposta del Governo non è dato comprendere le modalità, le finalità e la gestione dei dati sensibili dei giocatori che si raccoglieranno attraverso la Carta dei Servizi.
Quanto alle nuove slot, destinate ad essere definite “divora persone” e non più solo “mangia soldi”, non è dato comprendere il tempo di durata di una giocata e come queste processeranno le vincite (se in maniera sequenziale o casuale).
Un piano serio di riordino avrebbe dovuto affrontare questi aspetti per nulla secondari, capire anche il “come”, che poi è il vero enigma sempre meno misterioso se letto alla luce di un vecchio e sempre attuale adagio: “a pensar male, si fa peccato, ma spesso si indovina”.
Partiamo dall’offerta: il sottosegretario Baretta proclama che il 50% dei punti di gioco verrà risucchiato per contrazione da concentrazione. Asserzione ideologica ma senza alcun fondamento scientifico. Vediamo come, appunto. 8000 saranno i punti di “gioco” effettivi in tutta la penisola. Verranno definitivamente eliminate le macchinette dagli esercizi generici secondari ovvero dagli stabilimenti balneari e dai rifugi alpini che, evidentemente, secondo il sottosegretario, sarebbero in cima (in tutti i sensi) alle occasioni di compulsività e patologia da azzardo.
Chi frequenta luoghi di ricreazione non lo fa per autoescludersi dalla vita civile, ma per un’esigenza ricreativa oppure per condividere e socializzare.
In realtà tutti sanno che la dannosità di questi punti di gioco, per l’impatto sulla salute, sull’economia pubblica e privata è davvero minimale. Piuttosto, invece, è altrettanto evidente la dannosità dei mini casinò, incuneati tra una scuola e un bar, tra una chiesa e un oratorio sarà davvero poderosa e altrettanto pericolosa tanto da innescare meccanismi di compulsività e patologia.
Il Governo, come elemento risolutivo del devastante impatto sociale dell’azzardo, sbandiera ipocritamente da mesi l’ipotetica riduzione dell’offerta attraverso delle macchine dai bar e dalle tabaccherie. Non è vero perché questi avranno la facoltà di sostituirle con le macchine di ultima generazione.
Finora, tutte le stime finora fatte dal Governo, per stessa ammissione dei suoi rappresentanti, sono sempre state disattese dalla realtà.
Il piano di riordino ipotizza, ancora una volta, una riduzione dei punti di gioco, addirittura della metà, ciò avverrà perché il numero dei metri quadri dei locali dovrà essere consistente. Di quanto, è un mistero.
Il sottosegretario non lo dice, forse perché non lo sa o, più probabilmente, forse perché se finalmente riuscissimo a sapere ogni quanti metri quadri si potrà mettere una macchina certificata di tipo A nei bar e nei tabacchi - luoghi dove si fa anche somministrazione, e dunque dove, sempre per la tutela dei minori, deve esservi anche una congrua distanza tra il banco e le postazioni di azzardo – capiremmo che la narrativa su questa riforma potrebbe essere falsata, proprio a partire dall’offerta.
Se i metri quadri di bar e tabaccherie, difatti, dovessero essere troppo alti e proibitivi per i più, le concessionarie, gli esercenti e i rivenditori impugnerebbero il provvedimento invocando la libertà di impresa e di concorrenza, oltre che la Direttiva Bolkestein. Se, invece, i volumi richiesti rimanessero simili a quelli che conosciamo già, di fatto scopriremmo che non solo non è cambiato nulla, ma anzi che la situazione è di gran lunga peggiorata, per via della presenza dei mini casinò che, dopo aver invaso le città, esisterebbero in regime di deroga alla deroga: quella generale, rispetto al Codice penale di cui già, scandalosamente, gode il gioco pubblico d’azzardo da parte dello Stato, e quella amministrativa perché non sarebbero più neppure assoggettabili al divieto di essere collocati ad almeno 500 metri dai luoghi sensibili.
Così la finalità della Delega sarebbe fortemente frustrata nonché il relativo provvedimento legislativo inevitabilmente tacciato di incostituzionalità palese.
Il sottosegretario Baretta ha convocato e ascoltato le istanze di molte Associazioni, espressione della società civile, che si occupano di azzardo.
Le nostre visioni, frutto di decenni di esperienza nel contrasto al sovraindebitamento e all’usura sono state a lui manifestate con rigore scientifico, con onestà intellettuale e con dichiarata disponibilità al dialogo e alla collaborazione. La Legge delega costituisce un vero caposaldo.
Adesso sarebbe il caso che le Istituzioni direttamente coinvolte (Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio, Ministeri della Salute, dell’Interno, al Welfare, del Lavoro, dell’Istruzione, degli Affari regionali, Conferenza Stato-Regioni, ANCI) nonché l’associazionismo maggiormente rappresentativo, chiedessero al sottosegretario Baretta, dopo aver ascoltato, di rendere pubbliche alcune informazioni indefettibili per esprimere un giudizio sulla Riforma:
- se intende prevedere un numero di ore minimo in cui non si potrà giocare (il solo numero massimo disorienta, e non informa);
- se la distanza dai luoghi sensibili verrà inserita in questo Piano di riordino o se si tornerà indietro, a prima che Regioni e Comuni disponessero questa tutela in favore dei cittadini e a tutela dei loro territori;
- se i tempi della giocata delle macchine di tipo A – collegate a un server centrale e monitorate da remoto - sarà più lento, e di quanto, di quello attuale (la “modica quantità” si realizza anche così);
- con che criteri verranno conservati i dati sensibili dei giocatori, raccolti attraverso l’utilizzo della Carta dei servizi;
- quale sarà la volumetria applicata per installare le macchine di tipo A nei bar e nelle tabaccherie;
- se intende inserire anche le Lotterie istantanee e i Gratta&Vinci nel Piano di riordino;
- come ritiene che la Polizia municipale possa organizzarsi in operazioni antimafia e come ritiene che i proventi e i profitti delle stesse possano, anziché confluire nel Fondo Unico di Giustizia, ritornare automaticamente sugli stessi territori in cui sono state compiute;
- come intende fare imporre agli Enti finanziati dai concessionari, a partire da quelli di Istruzione e di Ricerca, una trasparenza contabile e un monitoraggio sulla pubblicistica prodotta;
- esattamente, quali spazi di competenza residueranno per gli Enti locali da questa Riforma.

Infine, esprimendo un reciso dissenso all’argomento, quanto mai specioso e difatti sempre utilizzato dai concessionari (e finanche dal sottosegretario, in una sua partecipazione a Mi manda Raitre, dunque: sulla tv di Stato), che se si regolamenta si collude con chi offre azzardo illecitamente - essendo vero esattamente il contrario, trattandosi di un’offerta che, per esistere, deve crescere e per crescere deve innestarsi su comportamenti compulsivi -, chiediamo che venga messo in discussione l’aggiornamento del prelievo fiscale delle Slot machine virtuali, che godono di un’aliquota eccezionalmente bassa rispetto alle omologhe fisiche.
Con questi dati a disposizione la società civile potrà esprimere un reale giudizio al Piano di riordino, che dovrà essere pubblicato in modo integrale.
Diversamente, perdurando il silenzio e la vaghezza di affermazioni alquanto generiche, dovremmo prenderne atto, potendo, perciò, ragionare su un mistero ormai sotto gli occhi di tutti: arrivare al 30 aprile con niente di preciso proprio per cedere, ancora una volta, il passo ai concessionari che sono già pronti a spartirsi un altro gâteau.

Mons. Alberto D’Urso
Pres. Consulta Nazionale Antiusura

Avv. Attilio Simeone 

Coord. Naz. Cartello “insieme contro l’Azzardo”