IL GOVERNO TAGLIA I FONDI PER LE VITTIME DI USURA
LA DENUNCIA DELLA CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA
La Consulta Nazionale Antiusura ‘Giovanni Paolo II’ denuncia i nuovi tagli del Governo per 120 milioni di euro al Fondo di Solidarietà ex art. 14 l. 108/96 per le vittime di usura, stornati in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si tratta delle risorse economiche destinate alle persone che hanno avuto il coraggio di denunciare usurai ed estorsori. Oltre a ristorare le vittime dei danni patrimoniali per aver pagato interessi stratosferici, sono rivolte a sostenere le nuove iniziative economiche intraprese da coloro che sono usciti dal mercato del credito illegale, spesso legato alla criminalità organizzata. Il Fondo ha dunque due finalità: da una parte intende incentivare la denuncia di gente che sfrutta, taglieggia, anche con violenze fisiche e psicologiche chi è in difficoltà, fragile e indifeso; dall’altra intende concedere alle vittime una seconda opportunità di rientrare nel mercato del lavoro, al quale non avrebbero alcuna possibilità di accedere con le proprie forze.
“Il provvedimento di svuotamento del Fondo di Solidarietà – hanno dichiarato Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, e l’Avv. Attilio Simeone, Coordinatore nazionale del Cartello ‘Insieme contro l’Azzardo’, è stato assunto in un particolare momento storico in cui l'usura si sta radicando maggiormente nel tessuto produttivo del Paese in presenza di una crisi economica che ancora stenta ad allentare la presa. Mentre la criminalità organizzata si infiltra nelle aziende anche attraverso l'usura e l'estorsione, compromettendo l'economia di interi settori produttivi, le persone e le famiglie, oltre ad essere lasciati soli dalle banche in quanto non erogano più credito, sono abbandonate anche dal Governo, che anziché incrementare gli aiuti estendendoli anche alle famiglie, storna il saldo attivo presente sul fondo ogni anno al 31 dicembre”.
La Consulta Nazionale Antiusura, da diversi anni con incontri istituzionali e a mezzo stampa, sottopone alle istituzioni nazionali la questione delle risorse risicate e che si riducono nel tempo dei fondi destinati alle persone e famiglie che quotidianamente vivono il dramma economico e umano dell’usura. In particolare al legislatore ha rivolto tre appelli:
1. rifinanziare costantemente il Fondo di Prevenzione ex art. 15 L. 108/96 con dotazioni annuali;
2. estendere la platea dei beneficiari anche alle famiglie/persone fisiche vittime di usura. Ciò costituisce non solo un rimedio all'incostituzionalità della legge ma avrebbe anche l'effetto di far aumentare le denunce;
3. aumentare gli aiuti concessi alla imprese in quanto il solo riconoscimento del danno da usura con mutuo da restituire in 10 anni non basta a perseguire le finalità della legge che al contrario prevede il reinserimento dell'impresa nell'economia legale.
“Si auspica –concludono Mons. D’Urso e l’avv. Simeone- che nella finanziaria ci sia un emendamento affinché queste situazioni ormai emergenziali vengano affrontate e superate. Ne va della ripresa economica”.