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27 marzo 2017 - Il Piano di riordino governativo del gioco pubblico d'azzardo: sempre di meno un mistero, sotto gli occhi di tutti

Il Piano di riordino governativo del gioco pubblico d’azzardo:
 sempre di meno un mistero, sotto gli occhi di tutti


La Consulta Nazionale Antiusura ha sostenuto il Comune di Bergamo per la stesura del Report, fornendo tra l’altro un parere pro-veritate sui provvedimenti amministrativi contro i quali sono stati intentati i ricorsi dinanzi al Tar di Brescia dai Concessionari dello Stato, Lottomatica Group S.p.a., Lotterie Nazionali S.r.l. e Lotteria Italia S.r.l. in testa.

I giudici bresciani con le sentenze n. 339, 340, 341 e 342 del 2017, hanno riconosciuto piena legittimità ai citati provvedimenti amministrativi anche in virtù di un lavoro di Ricerca accurato fornito all’Amministrazione in favore dei cittadini e del territorio.
Dobbiamo rilevare, che le direttrici tracciate nell’occasione dalla Consulta Nazionale Antiusura e più volte ribadite anche attraverso il Cartello “Insieme contro l’Azzardo” che ne è la sua espressione, interpretano autenticamente l’ambito di legalità tracciato nelle varie Pronunce dalla Corte costituzionale, dai Tribunali amministrativi regionali, dal Consiglio di Stato nonché dalle Direttive dell’Unione Europea, non trovano riscontro e accoglimento nel Piano di riordino fortemente sponsorizzato dal sottosegretario all’Economia On.le Baretta e attualmente in discussione in seno alla Conferenza Unificata Stato-Enti locali.

Secondo questo piano di riordino, come e cosa diventeranno gli italiani è facile prevederlo. Rispetto al quadro di legalità tracciato, il piano evidenzia una manifesta differenza di merito e di metodo con inevitabile sacrificio di tutto quanto finora affermatosi in termini di certezza del diritto.
In realtà, al contrario delle indicazioni date dal Parlamento al Governo con la Legge delega, manca un serio Piano regolatore dell’offerta, che non diminuirà, sarà solo più prestazionale. Le macchine saranno appealing per gli habitué e non disincentiveranno gli avventori tanto da farla diminuire, perché quell’offerta la si troverà accanto ai luoghi dove già si consuma l’azzardo.
Non occorrerà più andare a cercare le persone, perché saranno i mini casinò (c.d. Sale A) a trovarle, dopo aver stanato i frequentatori di bar e tabaccherie in prossimità dei quali andranno ad insediarsi. La popolazione-target sarà composta prevalentemente da donne e anziani, che dopo essersi in questi anni affiliati all’azzardo proprio attraverso la moltiplicazione delle Lotterie istantanee e dei Gratta&Vinci, trasleranno verso le soluzioni meccanizzate lasciando l’on-line a un’utenza prevalentemente maschile e ai nativi digitali.
Il credo normativo è quello su cui i decisori pubblici dovrebbero incidere. Esso dovrebbe fungere come elemento di innesco antropologico, umanizzante, per segnalare che quell’offerta, benché autorizzata dallo Stato, non è innocua.
Al contrario, con il Piano Baretta, si preferisce continuare ad assecondare i lauti guadagni dei concessionari, che magari finanzieranno anche qualche campagna elettorale, de-responsabilizzandoli di fatto per i danni procurati dalla filiera alla salute dei cittadini e al decoro dei territori, di cui non vi è alcuna traccia.
Per fare ciò si elaboreranno bandi di gara sempre più sofisticati per l’assegnazione delle concessioni: più sartoriali che industriali.
Intimamente collegata alla visione Baretta, c’è la questione, lasciata irrisolta, dei conflitti d’interesse che si addensano su Università, Centri di Ricerca, Associazioni e riviste autoproclamatesi specializzate ma che di fatto nessun serio contributo offrono alla riflessione salvo, al momento giusto, come a comando appoggiano le proposte del “potente” di turno.
Chi viene sponsorizzato dai concessionari per compiere un’attività che abbia una ricaduta pubblica, per la pubblica fede o opinione, dovrà metterlo in chiaro.
Anche questo dovrebbe prevedere un Piano di riordino che non voglia rinnovare solo un parco-auto.
Ancora, in un momento in cui i dati sensibili dei cittadini costituiscono un bene economicamente apprezzabile e in cui vi è un mercato più o meno lecito, anche dalla proposta del Governo non è dato comprendere le modalità, le finalità e la gestione dei dati sensibili dei giocatori che si raccoglieranno attraverso la Carta dei Servizi.
Quanto alle nuove slot, destinate ad essere definite “divora persone” e non più solo “mangia soldi”, non è dato comprendere il tempo di durata di una giocata e come queste processeranno le vincite (se in maniera sequenziale o casuale).
Un piano serio di riordino avrebbe dovuto affrontare questi aspetti per nulla secondari, capire anche il “come”, che poi è il vero enigma sempre meno misterioso se letto alla luce di un vecchio e sempre attuale adagio: “a pensar male, si fa peccato, ma spesso si indovina”.
Partiamo dall’offerta: il sottosegretario Baretta proclama che il 50% dei punti di gioco verrà risucchiato per contrazione da concentrazione. Asserzione ideologica ma senza alcun fondamento scientifico. Vediamo come, appunto. 8000 saranno i punti di “gioco” effettivi in tutta la penisola. Verranno definitivamente eliminate le macchinette dagli esercizi generici secondari ovvero dagli stabilimenti balneari e dai rifugi alpini che, evidentemente, secondo il sottosegretario, sarebbero in cima (in tutti i sensi) alle occasioni di compulsività e patologia da azzardo.
Chi frequenta luoghi di ricreazione non lo fa per autoescludersi dalla vita civile, ma per un’esigenza ricreativa oppure per condividere e socializzare.
In realtà tutti sanno che la dannosità di questi punti di gioco, per l’impatto sulla salute, sull’economia pubblica e privata è davvero minimale. Piuttosto, invece, è altrettanto evidente la dannosità dei mini casinò, incuneati tra una scuola e un bar, tra una chiesa e un oratorio sarà davvero poderosa e altrettanto pericolosa tanto da innescare meccanismi di compulsività e patologia.
Il Governo, come elemento risolutivo del devastante impatto sociale dell’azzardo, sbandiera ipocritamente da mesi l’ipotetica riduzione dell’offerta attraverso delle macchine dai bar e dalle tabaccherie. Non è vero perché questi avranno la facoltà di sostituirle con le macchine di ultima generazione.
Finora, tutte le stime finora fatte dal Governo, per stessa ammissione dei suoi rappresentanti, sono sempre state disattese dalla realtà.
Il piano di riordino ipotizza, ancora una volta, una riduzione dei punti di gioco, addirittura della metà, ciò avverrà perché il numero dei metri quadri dei locali dovrà essere consistente. Di quanto, è un mistero.
Il sottosegretario non lo dice, forse perché non lo sa o, più probabilmente, forse perché se finalmente riuscissimo a sapere ogni quanti metri quadri si potrà mettere una macchina certificata di tipo A nei bar e nei tabacchi - luoghi dove si fa anche somministrazione, e dunque dove, sempre per la tutela dei minori, deve esservi anche una congrua distanza tra il banco e le postazioni di azzardo – capiremmo che la narrativa su questa riforma potrebbe essere falsata, proprio a partire dall’offerta.
Se i metri quadri di bar e tabaccherie, difatti, dovessero essere troppo alti e proibitivi per i più, le concessionarie, gli esercenti e i rivenditori impugnerebbero il provvedimento invocando la libertà di impresa e di concorrenza, oltre che la Direttiva Bolkestein. Se, invece, i volumi richiesti rimanessero simili a quelli che conosciamo già, di fatto scopriremmo che non solo non è cambiato nulla, ma anzi che la situazione è di gran lunga peggiorata, per via della presenza dei mini casinò che, dopo aver invaso le città, esisterebbero in regime di deroga alla deroga: quella generale, rispetto al Codice penale di cui già, scandalosamente, gode il gioco pubblico d’azzardo da parte dello Stato, e quella amministrativa perché non sarebbero più neppure assoggettabili al divieto di essere collocati ad almeno 500 metri dai luoghi sensibili.
Così la finalità della Delega sarebbe fortemente frustrata nonché il relativo provvedimento legislativo inevitabilmente tacciato di incostituzionalità palese.
Il sottosegretario Baretta ha convocato e ascoltato le istanze di molte Associazioni, espressione della società civile, che si occupano di azzardo.
Le nostre visioni, frutto di decenni di esperienza nel contrasto al sovraindebitamento e all’usura sono state a lui manifestate con rigore scientifico, con onestà intellettuale e con dichiarata disponibilità al dialogo e alla collaborazione. La Legge delega costituisce un vero caposaldo.
Adesso sarebbe il caso che le Istituzioni direttamente coinvolte (Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio, Ministeri della Salute, dell’Interno, al Welfare, del Lavoro, dell’Istruzione, degli Affari regionali, Conferenza Stato-Regioni, ANCI) nonché l’associazionismo maggiormente rappresentativo, chiedessero al sottosegretario Baretta, dopo aver ascoltato, di rendere pubbliche alcune informazioni indefettibili per esprimere un giudizio sulla Riforma:
- se intende prevedere un numero di ore minimo in cui non si potrà giocare (il solo numero massimo disorienta, e non informa);
- se la distanza dai luoghi sensibili verrà inserita in questo Piano di riordino o se si tornerà indietro, a prima che Regioni e Comuni disponessero questa tutela in favore dei cittadini e a tutela dei loro territori;
- se i tempi della giocata delle macchine di tipo A – collegate a un server centrale e monitorate da remoto - sarà più lento, e di quanto, di quello attuale (la “modica quantità” si realizza anche così);
- con che criteri verranno conservati i dati sensibili dei giocatori, raccolti attraverso l’utilizzo della Carta dei servizi;
- quale sarà la volumetria applicata per installare le macchine di tipo A nei bar e nelle tabaccherie;
- se intende inserire anche le Lotterie istantanee e i Gratta&Vinci nel Piano di riordino;
- come ritiene che la Polizia municipale possa organizzarsi in operazioni antimafia e come ritiene che i proventi e i profitti delle stesse possano, anziché confluire nel Fondo Unico di Giustizia, ritornare automaticamente sugli stessi territori in cui sono state compiute;
- come intende fare imporre agli Enti finanziati dai concessionari, a partire da quelli di Istruzione e di Ricerca, una trasparenza contabile e un monitoraggio sulla pubblicistica prodotta;
- esattamente, quali spazi di competenza residueranno per gli Enti locali da questa Riforma.

Infine, esprimendo un reciso dissenso all’argomento, quanto mai specioso e difatti sempre utilizzato dai concessionari (e finanche dal sottosegretario, in una sua partecipazione a Mi manda Raitre, dunque: sulla tv di Stato), che se si regolamenta si collude con chi offre azzardo illecitamente - essendo vero esattamente il contrario, trattandosi di un’offerta che, per esistere, deve crescere e per crescere deve innestarsi su comportamenti compulsivi -, chiediamo che venga messo in discussione l’aggiornamento del prelievo fiscale delle Slot machine virtuali, che godono di un’aliquota eccezionalmente bassa rispetto alle omologhe fisiche.
Con questi dati a disposizione la società civile potrà esprimere un reale giudizio al Piano di riordino, che dovrà essere pubblicato in modo integrale.
Diversamente, perdurando il silenzio e la vaghezza di affermazioni alquanto generiche, dovremmo prenderne atto, potendo, perciò, ragionare su un mistero ormai sotto gli occhi di tutti: arrivare al 30 aprile con niente di preciso proprio per cedere, ancora una volta, il passo ai concessionari che sono già pronti a spartirsi un altro gâteau.

Mons. Alberto D’Urso
Pres. Consulta Nazionale Antiusura

Avv. Attilio Simeone 

Coord. Naz. Cartello “insieme contro l’Azzardo” 

24 marzo 2017 - Le vittime di usura raccontano le loro storie a “Chiedilo a loro – firmato da te”

Storie di Usura a "Bel tempo si spera"
“Chiedilo a loro – firmato da te”.

Le vittime di usura, aiutate dalla Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, raccontano le loro storie a "Bel tempo si spera", la trasmissione che va in onda su Tv2000, nell’ambito della campagna informativa  de8xmille alla Chiesa cattolica “Chiedilo a loro – firmato da te”.  

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16 marzo 2017 - Sentenza di condanna contro un usuraio storica in terra di Bari nel giorno dell'Assemblea ordinaria della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici

Domenico Cuttaia, Commissario del Governo Antiracket e Antiusura:
La Puglia è ben più avanti per sensibilità e forza
di denuncia contro l’usura.

Mons. Alberto d’Urso:
E’ una giornata storica in terra di Bari. Sentenza di condanna oltre la richiesta della pubblica accusa.
Alla Regione, ai Sindaci e ai Prefetti: Collaboriamo.


“La Puglia è ben più avanti per sensibilità e forza di denuncia rispetto agli altri territori contro il reato di usura. La gente reagisce alle ingiustizie chiedendo aiuto alle forze dell’ordine. L’ho verificato in prima persona quando sono stato prefetto a Brindisi. Ne sono rimasto impressionato favorevolmente per la solidarietà e la rispondenza alla legalità della gente”. Lo ha dichiarato il Prefetto Domenico Cuttaia, Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura, a Bari, nel corso dell’Assemblea Ordinaria della Fondazione Nazionale San Nicola e Santi Medici, alla quale sono intervenuti inoltre S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo Emerito della Diocesi di Conversano – Monopoli, il Senatore Giovanni Procacci per conto del Presidente della Regione Puglia, l’Ing. Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente ANCI, il Dott. Giuseppe Maresca, Capo Direzione V – Direttore Generale Dipartimento del Tesoro-Ministero Economia e Finanze, la Dott.ssa Isabella Fontana, Direttore Ufficio Dipartimento del Tesoro – Ministero Economia e Finanze e il Dott. Giustino Trincia, Responsabile Ufficio Rapporti Consumatori dell’associazione Bancaria Italiana.

“Oggi è una giornata storica – ha dichiarato Mons. Alberto d’Urso, aprendo i lavori dell’Assemblea- in coincidenza con i lavori dell’Assemblea per la prima volta in terra di Bari in un processo in cui la Fondazione Antiusura, rappresentata dall’Avv. Edoardo Altieri, si è costituita parte civile, è stata emessa una sentenza di condanna contro un usuraio che va ben oltre la richiesta della pubblica accusa”. L’usuraio è un avvocato, la vittima è un imprenditore di quarant’anni che si fidava del suo professionista , il quale si è rivelato il suo carnefice. La vittima è stata <> per dieci anni, ad aprile del 2012 ha denunciato il suo aguzzino al quale aveva negli anni corrisposto 600 mila euro di interessi. La Guardia di Finanza ha accertato che a fronte del prestito di 1 milione e duecentomila euro il ristoratore gli ha corrisposto 1 milione e ottocentomila euro. Dopo quattro anni e undici mesi è stato condannato a tre anni con rito abbreviato. “L’usura è il racket sono fenomeni tra i più odiosi -ha aggiunto Cuttaia - perché entra nell’intimità delle persone e delle famiglie. Hanno a monte una organizzazione criminale tra le più intelligenti, sono reati difficilissimi da individuare, molte denunce si bloccano nella fase iniziale. Per quanto riguarda l’ambito di azione è abbastanza diversificato, un filone importante è anche quello dell’usura bancaria, si verifica quando i tassi bancari di interessi superano la soglia fissata dalla legge. E poi gli strumenti giuridici non bastano per sconfiggere queste piaghe, è necessario insistere sul fronte della prevenzione e della cultura delle legalità”. “Bisogna creare la cultura antidebito – ha dichiarato S.E. Mons. Domenico Padovano - è l’unica via per fare terra bruciata intorno agli usurai. Non è vero che non si è, se non sia ha, basta vedere cosa ha creato il poverello di Assisi”. “Grazie alla <> - ha dichiarato il Sindaco Decaro - che abbiamo creato con le forze dell’ordine e le associazioni, siamo riusciti a convincere molte vittime che la denuncia è l’unica via per uscire dalle trappole usurarie. Alcune si sono costituite spontaneamente parte civile nei processi perché hanno sentito la nostra presenza e protezione. Dobbiamo pertanto continuare a stare insieme e a lavorare in rete”. “E’ un fenomeno strutturato – ha dichiarato il Generale di Brigata Nicola Altiero, Comandante della Guardia di finanza Provinciale di Bari – che cerchiamo di seguire in modo unitario con una strumentazione informatica tra le più avanzate. Sono tanti i negozi giuridici che mascherano rapporti di usura. Le collaborazioni rendono l’azione di contrasto più efficace”. Il Dott. Giuseppe Maresca, in ordine ai processi penali lunghi che non sempre arrivano a delle condanne per la mancanza delle prove della colpa o del dolo dell’usura bancaria, ha lanciato una proposta: Prevediamo una sanzione amministrativa che pesi subito sui bilanci delle banche , senza aspettare che arrivino le condanne dopo moltissimi anni”. “Il dialogo realizzato con spirito di collaborazione e umiltà con il mondo bancario per contrastare questi fenomeni è fondamentale - ha dichiarato il Dott. Giustino Trincia. Io sono fiducioso perché tanti passi sono stati realizzati con la responsabilità di rispondere ai bisogni e ai problemi delle persone”.
“Tra la Regione Puglia e la Fondazione Antiusura da tempo è in atto un lavoro di ripristino di una collaborazione interrotta negli ultimi anni - ha dichiarato il Senatore Giovanni Procacci. Dobbiamo restare insieme perché abbiamo un gigante da combattere che si sostiene anche con la <>. Il numero di persone, bambini e famiglie che si indebita anche a usura per giocare alla macchinette è dilagante e lo Stato con la pubblicità incentiva il fenomeno. Non sarà facile ribaltare la situazione, ma queste difficoltà non ci devono fermare”. “Il dialogo con i rappresentanti delle istituzioni è fondamentale – ha risposto Mons. Alberto d’Urso rivolgendosi alla Regione, ai prefetti e ai sindaci pugliesi- per non lasciare spazi inoccupati a chi fa dell’usura la sua ragione di vita. Alla nostra Fondazione e a me in ogni momento del giorno e della notte si rivolgono i vostri cittadini in stato di disperazione e solitudine perché l’usura e l’azzardo sono fenomeni che annientano la persona in tutta la essenza. Ma nel mio lungo percorso di lotta contro l’usura, che fra poco festeggerà le nozze d’argento, ho incontrato anche usurai pentiti e convertiti e per questa ragione ho proposto alla Conferenza Episcopale Italiana San Matteo, usuraio pentito, protettore delle vittime di usura, che si celebrerà da quest’anno il 21 settembre, festa di San Matteo”.

20 marzo 2017 - La Consulta Nazionale Antiusura domani alla XXII Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie

Mons. Alberto D’Urso
“Le mafie si nutrono di silenzio, di solitudine e di “assenze” dello Stato, della cultura della legalità e dello spirito di associazionismo e condivisione”


La Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II e la Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici parteciperanno domani con una delegazione alla XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

“La mafie si nutrono di silenzio, di solitudine e di “assenze” dello Stato, della cultura della legalità e dello spirito di associazionismo e condivisione , ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso. Laddove ci sono questi grandi assenti i fenomeni criminali hanno campo libero per proliferare e per ingrossare  le file della manovalanza criminale. La marcia di domani sarà un’altra occasione per levare un’unica voce contro  il malaffare e  per fare sentire la nostra presenza alle tante persone che vivono sotto lo schiaffo della criminalità. Gli usurati che si rivolgono alle nostre Fondazioni affrontano  il grande passo della denuncia  degli usurai quando sentono forte la vicinanza delle forze dell’ordine, delle istituzioni e della solidarietà della società civile”.

14 marzo 2017 - Presentato bilancio annuale Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici

Martedì 14 Marzo 2017
Assemblea Ordinaria della Fondazione San Nicola e Santi Medici
Approvazione Bilancio Annuale 2016

Mons. Alberto D’Urso: Perseveranti nella Solidarietà

 

“Perseveranti nella Solidarietà” titola la relazione Socio-Pastorale al Bilancio annuale 2016 del Presidente della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, Mons. Alberto D’Urso. Nell’anno del Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, la Fondazione di Bari ha compiuto il ventitreesimo anniversario di vita “in piena salute”. 500 sono state le richieste di aiuto delle famiglie pugliesi sovrindebitate, di cui 350 ascoltate dalla Fondazione San Nicola e Santi Medici di Bari e 150 accolte dai Centri di Ascolto distribuiti sul territorio regionale. La Puglia è al terzo posto nella classifica delle regioni italiane per gli indennizzi con circa un milione e centomila euro per le estorsioni e cinquecentocinquantamila euro per l’usura, secondo la Relazione dell’anno 2016 del Comitato di Solidarietà per le vittime dell’usura e delle estorsioni del Ministero dell’Interno. Solo a Bari si contano 19 gruppi di malavitosi operanti in ogni zona della città. La metà delle persone ascoltate si sono indebitate o finite nella morsa dell’usura a causa dell’azzardo. La Puglia è all’ottavo posto nel 2015 tra le Regioni d’Italia per la raccolta complessiva dell’azzardo con 4 miliardi e 74 milioni. Nel 2016 la raccolta è di 4 miliardi e 400 milioni a cui deve aggiungersi il 20 per cento di raccolta on line e il 20% di giocate illegali. L’azzardo nel 2016 si conferma il mercato che non conosce crisi. Mentre nel 2015 erano stati 88.249 i miliardi di euro impegnati, nel 2016 i soldi spesi dagli Italiani sono stati oltre 95.971 miliardi di euro, una cifra astronomica e impensabile qualche anno fa. E come si evince dai dati (MEF), la parte del "leone" è ancora appannaggio delle macchinette, tuttavia, anche il gioco online e le lotterie, si rendono protagonisti del mercato. L'Industria del gioco, nell'anno 2016, ha fatturato oltre 22 miliardi in più di quanto avesse fatturato Enel nel corso dell'anno 2015.

La Fondazione Antiusura va incontro alle richieste di aiuto delle persone indebitate con fondi pubblici e propri. Nel 2016 con i Fondi dello Stato per la prevenzione (ex Art. 15 L. 108/96) ha potuto garantire 7 pratiche per un totale di € 408.000. La Fondazione è referente per la Diocesi di Bari-Bitonto del Prestito della Speranza. La CEI ha rinnovato il Progetto di Sostegno Creditizio alle famiglie e alle piccole imprese che si trovano in difficoltà per l’accesso al credito ordinario. Nel 2016 sono state avviate 60 pratiche con fondi erogati pari a €. 220.000. In totale, dall’avvio dell’attività del Prestito (2009) ad oggi, sono state presentate 352 pratiche, 262 delle quali hanno avuto finanziamenti per un totale di 1.884.000 mila euro. Sul versante dei Fondi Regionali, dopo l’approvazione dell’ultima Legge Regionale n. 25 del 2015 “Misure di prevenzione, solidarietà e incentivazione finalizzate al contrasto e all’emersione della criminalità organizzata e comune nelle forme dell’usura e dell’estorsione” a tutt’oggi non è stata assicurata alcuna provvidenza, mentre con la disponibilità dei Fondi della precedente Legge n. 7 del 2006 sono stati realizzati 12 finanziamenti a favore di famiglie bisognose. Sono giacenti però un gran numero di pratiche che hanno bisogno di approfondimento. 64 pratiche quest’anno sono state archiviate: per oltre il 50% perché la somma necessaria per l’intervento è risultata superiore ai Fondi disponibili della Fondazione; per un buon 40% perché il richiedente aveva un reddito scarso o assente o per mancanza di valido garante; oltre il 10% perché le richieste sono risultate estranee alle finalità operative della Fondazione.
Sul versante delle denunce di usura nel Distretto di Bari la Fondazione ha assicurato ogni possibile sostegno alle vittime mettendo a disposizione risorse, competenze e professionalità in tutto il percorso giudiziario delle vittime di usura. Per alcune persone “coraggiose” è stato attivato il Programma di Protezione statale. Tramite Fondi Propri ha messo a disposizione la somma necessaria per l’assistenza legale, sia nella fase della denuncia che delle indagini preliminari, sia per la costituzione di parte civile nel processo penale. La decisione di costituzione come parte civile nei processi per usura (6 casi in essere, altri casi sono da formalizzare) è sempre molto sofferta da parte delle vittime ma si è rivelata provvidenziale. Alle vittime è stato rivolto oltre al sostegno economico anche quello morale e psicologcio. Anche la Fondazione da tempo si costituisce parte civile. Il sostegno economico della Fondazione per l’assistenza legale ad oggi ammonta a oltre 230 mila euro (33 assistenze legali e 21 pratiche di anticipazioni per interventi di sussistenza ancora in atto). Anche quest’anno la Fondazione è intervenuta più volte per impedire la vendita della casa a numerose famiglie assicurando ogni possibile contributo giuridico ed economico. La Fondazione è intervenuta presso alcuni Tribunali della Regione anche per denunciare quanto accertato dalla Guardia di Finanza circa il meccanismo che ha permesso ad alcuni prestanome di impossessarsi di case messe all’asta presso le Sezioni delle Esecuzioni Immobiliari
Nell’ambito della Educazione alla Legalità è continuata la paziente opera di educazione e di incoraggiamento alla denuncia degli usurai. I risultati del 2016, a livello nazionale, non sembrano incoraggianti: dai dati del Ministero dell’Interno si rileva che sempre meno imprenditori e commercianti si sono rivolti al Fondo di Solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura, per il quale il requisito necessario per accedere è proprio la denuncia. Inoltre dalla Relazione sull’Amministrazione della Giustizia della Corte d’Appello di Bari, risulta che: «è leggermente diminuito il numero complessivo dei reati di estorsione (da 1034 a 961) e di usura (da 329 a 271). La Fondazione legge il dato come una negativa tendenza delle vittime a denunziare. Il delitto di usura si collega anche alla infiltrazione della malavita nel ruolo di finanziamento delle imprese ed esige una adeguata opera di prevenzione, nonché di solidarietà e di educazione alla legalità.
Sul fronte dell’azzardo continua l’iniziativa del bollino “No Slot, Sì Caffè” e della “Lettera aperta ai baristi”, partita nel 2013, che li invita a non installare negli esercizi commerciali le macchinette mangiasoldi. Alcuni Comuni hanno chiesto l’autorizzazione alla Fondazione di poter usare il “bollino”, sostenendo l’iniziativa presso gli esercenti presenti sul territorio.
“L'impegno futuro della Fondazione, orientati dal Magistero sociale di Papa Francesco, dei Vescovi Italiani, in particolare dell’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci – scrive Mons. Alberto D’Urso nelle conclusioni della relazione al Bilancio 2016 - dal rapporto con il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, prefetto Domenico Cuttaia, dalle indicazioni dei Responsabili della Direzione V del Dipartimento del Tesoro - Ministero Economia e Finanze, sarà ispirato dalle seguenti prospettive di lavoro: la valorizzazione della Giornata Mondiale dei poveri; la condivisione della Giornata di lotta all’usura nel giorno della Festa di San Matteo, Patrono delle Fondazioni Antiusura in Italia (21 settembre); la promozione di un Corso di Formazione per i Volontari già impegnati in Fondazione per migliorare la qualità del loro servizio umano, professionale ed ecclesiale e per i Formatori, secondo le indicazioni che verranno concertate con la Consulta Nazionale Antiusura; nell'ottica di una attenzione umana, pastorale, culturale ed ecclesiale sarà assicurata una particolare attenzione ai giovani, non solo per promuovere anche tra loro la cultura della sobrietà, ma anche per favorire ricerche e tesi di laurea sui temi del denaro, dell'usura e delle estorsioni; continuerà il dialogo con la Regione Puglia sia perché le leggi sull’usura ( L.r. n. 25 del 16 aprile 2015) e sull'azzardo (L.r. n. 43 del 6 dicembre 2013) siano davvero operative, sia perché la Fondazione venga sostenuta economicamente nel suo servizio di solidarietà che sta assicurando dal 1994 e sia perché la sua opera non venga ignorata, né sottovalutata, ma condivisa e incoraggiata; i contatti con i sindaci del territorio su cui operano la Fondazione e i Centri di ascolto verranno coltivati con maggiore puntualità; la collaborazione con la Consulta Nazionale Antiusura e con tutte le fondazioni antiusura in Italia sarà ispirata dalla prospettiva del riconoscimento da parte dello Stato agli Enti Locali, ai Comuni e alle Regioni, della possibilità di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza e ai tempi dell'azzardo nei territori di loro competenza per tutelare la salute pubblica e psichica dei cittadini e prevenire impoverimento e sofferenza; saranno rinnovate le convenzioni con le banche secondo l’accordo sottoscritto il 10 dicembre 2015, il Protocollo d'Intesa con l’ABI recante il titolo: “Linee guida in materia di convenzioni tra le banche e le fondazioni e associazioni che gestiscono i fondi di prevenzione dell'usura ai sensi della legge 108/96”.
La conclusione della Relazione è affidata a tre testimoni della solidarietà e della condivisione, all'evangelista Matteo, a San Giovanni Paolo II e a Santa Teresa di Calcutta.
“C’è tanto bisogno – ha concluso Mons. D’Urso- di incarnare l’amore nell’economia del nostro tempo perché sia davvero una economia per la persona. Il denaro da solo non fa camminare la storia: senza amore non si può far nulla, ma con l’amore e il denaro tutto è possibile”.